Change Onlus

...e dopo cinque mesi...

"Ed ecco cosa ci racconta l'altra ostetrica del Servizio Civile...parole che ti danno la dimensione di cosa sia il volontariato... desideri, aspettative, paure, delusioni, gioie....un pezzo di vera vita! "

Dal momento che ho applicato per il Servizio Civile spesso mi è stata posta la domanda: “Perché ci vai?” “Perché l’ho sempre voluto” era la mia risposta. Ed era vero, la cooperazione internazionale era un ambiente a cui mi ero sempre sentita affine sia in termini personali che professionali: quindi per me la partenza è stata semplice?  Per niente, rappresentava tutto ciò che mi ero immaginata per il mio futuro e avevo paura di non attendere le aspettative che nutrivo verso me stessa

nei villaggi

Sono arrivata ad Ampefy così: entusiasta ma timorosa, con tanta voglia di fare ma altrettanta di sbagliare e con quella necessità di conferme che a 25 anni è così normale ma allo stesso tempo sabotante.
Ma è tutto nella tua testa, arrivi ad Ampefy, un paese nel centro del Madagascar di 15 000 abitanti, cammini per strada dove le persone parlano una lingua che non comprendi, avocadi come se piovesse, ti chiamano continuamente “vazaha” (straniero) e tu guardi tutto ciò pensando “questa adesso è casa mia”. E se permetti alla tua testa di pensarlo i tuoi occhi si abituano, le tue abitudini cambiano e niente appare più strano ma solo diverso

istruzione personale del centro sanitario

Le sfide in termini professionali sono tante, io sono un’ostetrica e sono in un contesto in cui le donne generalmente partoriscono in casa, non fanno visite prenatali e hanno un tasso di natalità che è 4 volte quello italiano.
Fare il proprio lavoro in un Paese a basse risorse non è semplice: a volte è stimolante, a volte è demoralizzante ma è ben chiaro dentro di me quanto, oltre ogni difficoltà, sia innanzitutto necessario

al lavoro

Non credo di riuscire ancora a fare razionalmente un bilancio di questa incredibile esperienza: troppe sono le cose che sto imparando, i legami che sto creando e la gratitudine verso Change Onlus e me stessa per avermi dato la possibilità di essere qui.
“I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, sennò chiamateli privilegi” Gino Strada

 

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